Carlo Bitencourt, fondatore e Ceo di Cafezal, all'Adnkronos: “L’italiano accetta che una spremuta costi 4 o 5,50 euro senza fare una piega, ma considera il caffè un bene dal prezzo fisso, intoccabile. È un dogma che non ha senso né dal punto di vista economico né da quello matematico".
Il caffè nel suo locale oggi costa 1,80 euro, "e dal prossimo anno passerà probabilmente a 2 euro: ci sto pensando seriamente". Carlo Bitencourt, fondatore e Ceo della caffetteria e torrefazione Cafezal lo dice con naturalezza in un colloquio con l'Adnkronos. “Il nostro caffè è già tra i più cari di Milano” spiega. “Eppure, per gli standard europei e internazionali è ancora un prezzo basso. In molti Paesi un espresso di qualità costa di più, non di meno.”
Il riferimento è soprattutto al mondo dello specialty, un segmento che negli ultimi vent’anni ha rivoluzionato il modo di intendere il caffè: chicchi con meno difetti, profili aromatici più puliti e identificabili. Ma il punto di partenza non è solo la qualità. È il costo della materia prima. “Da un anno e mezzo il prezzo del caffè verde è salito vertiginosamente” racconta Bitencourt. “La speculazione, le difficoltà logistiche, i problemi climatici, la reperibilità delle navi: tutto ha spinto verso l’alto il costo del crudo. E questo vale sia per lo specialty, che era già più costoso per natura, sia per il caffè ‘da battaglia’, quello delle macchine al banco delle caffetterie tradizionali.”
La conseguenza, secondo lui, è inevitabile: “Il caffè deve costare almeno 2 euro. Solo così le aziende del settore possono restare sostenibili.” Poi c’è un’altra questione, forse la più culturale: l’Italia è rimasta indietro. “Siamo il Paese più fermo sui prezzi del caffè” afferma. “L’italiano accetta che una spremuta costi 4 o 5,50 euro senza fare una piega, ma considera il caffè un bene dal prezzo fisso, intoccabile. È un dogma che non ha senso né dal punto di vista economico né da quello matematico".
Bitencourt fa anche un paragone storico. “Quando c’è stato il passaggio dalla lira all’euro, a Milano il caffè costava 80-85 centesimi. Sono passati quasi trent’anni e oggi, in molti posti, costa ancora tra 1 e 1,30 euro. Qual è il prodotto che in tre decenni ha aumentato il prezzo solo del 50%? Nessuno.”
Nel resto d’Europa, aggiunge, la situazione è completamente diversa: “A Bordeaux, Barcellona, Monaco di Baviera, Budapest, non trovi un espresso a 1,50. Il prezzo medio viaggia tranquillo tra i 2,50 e i 3 euro.” Bitencourt non ha dubbi: “A Milano, dove oggi il caffè costa 1,30-1,50 euro, entro pochi mesi arriverà a 1,80 e anche a 2 euro. E non mi sorprenderebbe affatto. Anzi, da consumatore sarei contento.” (di Andrea Persili)