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Alfano: "Espulso nella notte un altro sospetto terrorista"

05 febbraio 2016 | 10.14
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Angelino Alfano (Fotogramma)
Angelino Alfano (Fotogramma)

"Questa notte è stato espulso il 71esimo soggetto per radicalizzazione", allontanato "perché sospettato di aver organizzato un sistema di proposizioni verbali che facevano pensare che fosse legato al terrorismo". Lo annuncia il ministro dell'Interno Angelino Alfano, ospite di Agorà su Raitre. Il responsabile del Viminale ha sottolineato come la prevenzione diminuisca "il coefficiente di rischio".

OMICIDIO REGENI - " L'alleanza con l'Egitto, nonché i nostri consolidati buoni rapporti, per esempio l'Egitto è uno dei Paesi con cui funzionano il meccanismo dei rimpatri, siano il fluidificante verso la verità" sulla morte di Giulio Regeni. "Noi abbiamo un solo obiettivo: la verità e puntiamo tutto su questo", ha continuato il ministro.

I titolare del Viminale ha ricordato che "proprio in queste ore stanno partendo per l'Egitto le nostre squadre di investigatori che andranno lì per cooperare con la polizia egiziana, abbiamo chiesto la massima cooperazione al presidente Al-Sisi, lo ha fatto il nostro presidente del Consiglio, e io sono convinto che non si sottrarrà all'obbligo di cooperazione perché lo sdegno e la rabbia, per quello che è successo a Giulio non può limitarsi ad essere tale ma deve tradursi nello sforzo della verità e nell'ottenere la verità".

UNIONI CIVILI - "Io sono tra i favorevoli" all'approvazione di un testo sulle unioni civili "se si tolgono le adozioni, perché io sono a favore dei diritti delle coppie, anche omosessuali . Sono assolutamente aperto. Mi rendo conto che ci vuole un rafforzamento dei diritti, rispettare le affettività di tutti e anche difenderle patrimonialmente, ma che c'entrano le adozioni? Dividiamo i campi", ha sottolineato ancora il ministro nel corso della trasmissione.

A chi gli domanda se si apra un problema politico con la votazione del ddl Cirinnà così com'è, stepchild adoption comprese, risponde: "Io non ho mai minacciato la crisi di governo perché - spiega Alfano - attiene una questione di coscienza, e perché un grande partito come la Dc, che aveva 300 e più parlamentari e non 30 come noi, subì l'aborto e subì il divorzio perché il Parlamento non lo puoi fermare quando la maggioranza decide di andare in una direzione. La Dc non bruciò né il governo né le istituzioni".

Ma "la decisione se non si può fermare si può condizionare". E "io lavorerò sino all'ultimo giorno per evitare" che il ddl Cirinnà venga approvato così com'è, "dopodiché - aggiunge - se ciò accadesse, credo sia una cosa molto sbagliata ma non minacciamo la crisi di governo".

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