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Fecondazione: avvocato Stato, legge 40 datata ma deve decidere legislatore

08 aprile 2014 | 12.09
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Roma, 8 apr. (Adnkronos Salute) - "Effettivamente la legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita è forse datata, perché sono passati 10 anni e ho cercato di sottolineare che gli avanzamenti della scienza vanno più veloci del diritto. Però il diritto ha un dovere, quello di equilibrarsi sulla base delle risultanze scientifiche e su quelle sociali e da questo non può abdicare, altrimenti poi la Consulta è costretta a fare un intervento di supplenza. I giudici non possono supplire al Parlamento, che è l'unico che può decidere sul divieto di fecondazione eterologa" imposto dalla normativa, oggi all'esame della Corte costituzionale. Parola dell'avvocato dello Stato Gabriella Palmieri, che lo ha spiegato ai giornalisti al termine dell'udienza pubblica di questa mattina.

Secondo Palmieri occorre un "intervento di sistema, che ovviamente tenga conto delle mutate esigenze sociali, perché è giusto che sia così. E' un compito di carattere ordinamentale ed è corretto che lo faccia il legislatore. Non è così semplice eliminare un divieto e poi ricondurre tutti i limiti nell'ambito della legge che lo conteneva. E' una lettura molto semplice, ma non è così, c'è tutta una disciplina concreta da affrontare: con quali caratteristiche, ad esempio, questi centri" di Pma "dovranno operare? Non sono elementi di dettaglio, perché toccano diritti soggettivi, anche del nascituro. Noi stiamo vedendo la tematica molto dall'angolatura della coppia, che è giustissima, però c'è anche un bambino che nascerà e a questo bambino, solo con l'eliminazione di questo divieto, quali prospettive diamo?". Per l'avvocato "è un legislatore che dovrebbe dire che, tolto il divieto di fecondazione eterologa, valgono le stesse limitazioni dell'omologa. Altrimenti mi preoccupo che il sistema tenga" e si verrebbe a creare "un vuoto normativo, perché ho molti dubbi sul fatto che la legge già contenga dei limiti".

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