(Adnkronos Salute) - "A breve - ricorda Antonella Cingolani, vice presidente Donne in rete onlus, dirigente medico dell'Istituto di malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma - saranno disponibili farmaci che, rispetto all'attuale standard di cura (interferone peghilato e ribavirina), consentiranno di 'costruire' regimi terapeutici più tollerabili e maneggevoli, con riduzione significativa degli effetti collaterali, del numero di compresse e del tempo di trattamento. La prospettiva per il 2020 è di poter avere a disposizione terapie attive su tutti i genotipi, senza bisogno di interferone peghilato".
"Affrontare per tempo il tema delle epatiti per le istituzioni sanitarie è una necessità programmatoria - afferma Rosaria Iardino, Presidente Donne in Rete onlus - poiché l'esito della malattia non tempestivamente curata è particolarmente critico e oneroso in termini di salute pubblica Quello alla salute è un diritto che deve essere garantito, così come deve essere garantito l'accesso alle cure a tutti i pazienti".