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Morando, la ricetta per la crescita: giù tasse sul lavoro, riforme e investimenti

02 aprile 2015 | 18.53
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Il tutto dopo aver sterilizzato le clausole di salvaguardia che provocherebbero una "gelata" di consumi e investimenti. E per il mercato del lavoro il vice ministro ipotizza dal 2016 soluzioni selettive per un'occupazione stabile.

 - INFOPHOTO
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Tagliare le tasse su lavoro e imprese, rilanciare gli investimenti, attuare le riforme sia quelle già avviate che quelle in lista d'attesa. E' questa la ricetta per passare "dalla ripresa ad una crescita stabile" indicata all'Adnkronos dal vice ministro dell'Economia Enrico Morando, a pochi giorni dal varo del Def, che il cdm approverà la prossima settimana.

Il tutto dopo aver scongiurato l'attivazione delle clausole di salvaguardia, ovvero i rialzi automatici dell'Iva e delle accise che scatterebbero se il governo venisse meno agli impegni di bilancio, con la conseguente "gelata" di consumi e investimenti.

"La priorità è una riduzione stabile del fisco su lavoro e imprese, continuando con il lavoro fatto quest'anno" e allineare l'Italia al resto d'Europa nell'arco di "3-4 anni", sottolinea Morando. "Bisogna ridurre la pressione fiscale su lavoro e imprese, sulla strada di quanto già fatto con gli 80 euro in busta paga e la riduzione Irap alle imprese, ma dobbiamo proseguire", insiste. L'Italia, ai primi posti in Europa per il peso delle tasse sul lavoro e imprese, "è in ritardo rispetto ad altri paesi membri, il che rappresenta un handicap importante" osserva , sottolineando l'importanza, "tempo 3-4 anni, di ridurre il livello del cuneo fino ad allinearlo agli altri paesi della zona euro e per farlo o bisogna continuare con il lavoro di quest'anno".

"Finalmente ci sono segnali di ripresa in larga misura favoriti da fattori internazionali estremamente favorevoli - rileva il vice ministro - perché abbiamo in contemporanea un calo dei prezzi del petrolio, una svalutazione dell'euro, che per un paese manifatturiero e esportatore come l'Italia è ottimale, e una politica monetaria ultraespansiva". E' "chiaro che tutto questo messo insieme crea un contesto estremamente favorevole".

Morando snocciola altri interventi cruciali per agganciare lo slancio della timida ripresa e trasformarlo in crescita stabile, dallo stop alle clausole di salvaguardia, alla piena attuazione delle riforme avviate e quelle in lista attesa, al rilancio degli investimenti.

"Per il 2016 e il 2017 bisogna sterilizzare, annullare le clausole di salvaguardia perché se non lo facessimo rischieremmo una gelata su consumi e investimenti; secondo, dobbiamo accelerare ulteriormente le riforme strutturali , completare le nuove regole per il mercato del lavoro, aggredire i nodi della giustizia, dell'istruzione e della Pa con la revisione della spesa e in questo contesto colloco anche le riforme istituzionali", spiega il viceministro.

Scongiurato il rischio 'clausole' un'altra "priorità sono investimenti per la competitività perché mettono insieme politiche dal lato della domanda e politiche dal lato dell'offerta, quindi risorse per gli investimenti, e nell'immediato impegnarci per investimenti privati per le infrastrutture, immateriali per esempio anche con interventi nella regolamentazione".

Ma il vice ministro guarda all'occupazione, fortemente colpita negli anni della crisi. "Per il 2015 abbiamo la misura universale e formidabile della decontribuzione per i neoassunti ma nel 2016 e 2017 dobbiamo pensare come uscire progressivamente da una misura eccezionale per entrare in una fase nuova con caratteri stabili in favore dell'occupazione". E per il mercato del lavoro ipotizza alcune soluzioni ad hoc, ma permanenti. "Per esempio misure per i giovani al Sud, o per le donne, visti i dati preoccupanti sull'occupazione femminile e dunque magari valutare l'ipotesi di rendere selettiva la decontribuzione, magari per le donne nella prospettiva di creare lavoro stabile", conclude.

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