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Opera Roma: sindacati, Marino ci convochi o salta prima 'Manon Lescaut' (2)

25 febbraio 2014 | 17.26
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I lavoratori del teatro dell'Opera hanno lamentato la presenza "di una manovra per mandare via il maestro Muti dal teatro che -ha spiegato Lorella Pieralli della Fials Cisal- non è un semplice valore aggiunto per il teatro dell'Opera, ma è il suo futuro. Ed è probabilmente l'unico futuro possibile per il sistema della lirica italiana che in questa fase è stato abbandonato ad una razzia che si sta compiendo anche attraverso strumenti legislativi impropri, che stanno portando allo svuotamento e alla distruzione del patrimonio professionale delle fondazioni liriche sinfoniche italiane".

Uno svuotamento, ha sottolineato la sindacalista, che non tocca "solamente forse un paio di fondazioni. Una misura, questa, per mantenere una facciata di credibilità anche nei confronti degli altri Paesi europei". In questo contesto, i sindacati sono pronti a "presentare un piano alternativo a quello previsto dalla legge Bray. Un piano - ha detto Roberto Conte della segreteria nazionale di Libersind- Confsal - con cui recuperare le diseconomie causate dalle precedenti gestioni. Un sovrintendente che voglia proiettare il teatro in una diversa gestione, scostandosi da quella precedente, fa di tutto per tagliare gli sprechi. Se non è interessato a ciò, noi ne prendiamo atto. E cosa dovremmo fare se non scioperare?".

"E' curioso -ha scandito ancora Pieralli- che, per la Capitale, si voglia pensare ad un'organizzazione musicale non in linea con quella che hanno altre Capitali europee immaginando un teatro dell'Opera svuotato dei suoi artisti e dei suoi tecnici". (segue)

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