(Adnkronos Salute) - "Nel mondo reale un cornetto non diventa una frittella in una frazione di secondo, quindi il campo di continuità percettiva stabilizza ciò che vediamo nel corso del tempo, portando a una più prevedibile sensazione stabile del mondo", spiegano i ricercatori. "La risposta non dipende solo dall'intensità dello stimolo ma anche da quella dello stimolo che l'ha preceduto: se il precedente conteneva 20 oggetti, uno che ne contiene 30 sembra averne meno, circa 25; all'opposto, se lo stimolo precedente conteneva 40 oggetti, quello corrente che ne ha 30 sembra averne 35". Lo studio rivela un meccanismo percettivo secondo cui il presente di cui siamo coscienti è a tutti gli effetti una media di ciò che abbiamo 'vissuto' negli ultimi quindici secondi circa.
"Senza questa integrazione degli stimoli nel tempo, saremmo ipersensibili alle fluttuazioni visive innescate da ombre, dal movimento e da una miriade di altri fattori: i volti e gli oggetti potrebbero sembrare trasformarsi da un momento all'altro con un effetto sconvolgente", conclude Cicchini.