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Pediatria: bimbi nati in estate più sani e alti di quelli 'invernali'

14 ottobre 2015 | 19.39
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INFOPHOTO - INFOPHOTO
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I bambini nati nei mesi estivi sono più robusti alla nascita, più alti da adulti e complessivamente più sani. Lo sostiene uno studio inglese della Cambridge University pubblicato sulla rivista 'Heliyon', secondo il quale la maggiore produzione di vitamina D legata a una più lunga esposizione al sole gioverebbe a mamma e bimbo. "Il periodo del concepimento e della nascita avvengono spesso per caso e sono indipendenti da classi sociali, età o stato di salute dei genitori. Così, cercare modelli legati al mese di nascita è una ricerca importante per capire quali sono i fattori ambientali che agiscono prima del parto", sostiene John Perry, autore principale del lavoro ripreso dall''Independent'.

Precedenti studi avevano evidenziato gli effetti della stagione di nascita su peso e salute. Questo ha spinto Perry e colleghi a analizzare il periodo dell'adolescenza. I risultati, basati su oltre mezzo milione di persone coinvolte, hanno dimostrato che chi è nato in giugno, luglio e agosto ha benefici sia da neonato che da adulto. In particolare, le ragazze che festeggiano il compleanno in questi mesi iniziano la pubertà mediamente più tardi. Secondo gli esperti, questo è un indicatore di un miglior stato di salute nella vita adulta. "Per la prima volta l'inizio dell'adolescenza è collegato alla 'stagionalità'", sottolinea Perry.

"Il nostro lavoro evidenzia che il mese di nascita ha un effetto misurabile sullo sviluppo e sullo stato di salute, ma servono altri studi per capire i meccanismi che lo rendono possibile", commenta l'autore inglese.

Per contro, i bimbi nati in dicembre, gennaio e febbraio tendono a pesare meno da neonati, essere più bassi da adulti e andare incontro a una pubertà precoce. In questo momento gli scienziati non sono riusciti a spiegare le cause di questi 'modelli stagionali'. "Dobbiamo comprenderli, prima di poter tradurre i nostri risultati in benefici per la salute - ricorda Perry - Crediamo che la vitamina D giochi un ruolo importante e speriamo che le nostre conclusioni incoraggino altre ricerche sugli effetti a lungo termine di questa sostanza, sull'inizio della pubertà e sulla salute", conclude l'esperto.

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