Roma, 23 apr. (Adnkronos Salute) - (Embargo ore 20.00) L'attività fisica può preservare in salute l'ippocampo nelle persone a rischio di sviluppare l'Alzheimer. Questa azione sull'ippocampo, che svolge un ruolo importante nella memoria a lungo termine ed è una delle prime zone a soffrire dei danni provocati dalla demenza, è fondamentale per ritardare il declino cognitivo e la comparsa dei sintomi della demenza nei soggetti con un rischio genetico. A rivelarlo è una ricerca dell'University of Maryland School of Public Health (Usa) pubblicata su 'Frontiers in Aging Neuroscinece'. Questa parte del cervello ha l'aspetto di un cavalluccio marino, da qui il nome ippocampo, ed è situata nel lobo temporale del cervello. Un suo restringimento è spia dell'inizio del processo neuropatologico dell'Alzheimer.
"Abbiamo una buona notizia nella lotta all'Alzheimer - spiega Carson Smith, autore della ricerca - l'attività fisica può offrire una protezione all'ippocampo dalla neurodegenerazione associata a quei soggetti che hanno un rischio genetico di incorrere nell'Alzheimer. Questo - aggiunge - significa che forse possiamo ritardare il declino cognitivo e la comparsa dei primi sintomi di demenza in questi individui". (segue)