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Staminali: medico Brescia indagato, amarezza, sempre agito per bene malati

24 aprile 2014 | 19.55
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Milano, 24 apr. (Adnkronos Salute) - "Stupore e molta amarezza". E' questo che ha provato Fulvio Porta, medico degli Spedali Civili di Brescia coinvolto nel progetto Stamina e oggi indagato dalla procura di Torino, nel leggere le ipotesi contenute nell'avviso di conclusione indagini. Porta è una delle figure cardine: direttore dell'Unità operativa oncologia pediatrica e coordinatore del progetto cellule staminali a Brescia. E si difende: "Da più di trent'anni dedico la mia vita di medico, interamente all'interno del servizio sanitario pubblico, all'assistenza di bambini affetti da gravissime patologie ematologiche. Nell'ambito di questo impegno, laddove le terapie convenzionali risultino inefficaci, la mia attività è sempre stata mirata a ricercare e trovare nuove strade terapeutiche, come il trapianto di midollo osseo, che possano portare alla guarigione dei miei pazienti", spiega in una nota.

Porta non ci sta: "Chi ha formulato queste ipotesi non è al corrente della mia storia professionale e non può conoscere quali sono i principi che da sempre ispirano la mia attività". Da qui l'amarezza per quanto è emerso dall'inchiesta torinese. "Anche in questo momento - assicura però - sono assolutamente sereno e serenamente continuerò la mia attività, convinto che, poiché come medico e come uomo ho sempre agito in scienza e coscienza avendo come unico fine il benessere dei malati ed il rispetto assoluto di ognuno di loro, sarò in grado di far comprendere che le contestazioni in questione non mi riguardano e sono semplicemente sbagliate".

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