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Scienza: la nuova schiavitù è fra noi, da Science for Peace appello a reagire

13 novembre 2015 | 19.21
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Scienza: la nuova schiavitù è fra noi, da Science for Peace appello a reagire

Vittime di attacchi, 'armi viventi', soldati, schiavi. Sono donne e bambini messi sotto scacco dal terrorismo moderno. Lo sfruttamento ha mille facce, compresa questa, e alimenta l'esercito di circa 21 milioni di persone private della libertà, dei diritti e della dignità. Cinque milioni sono minori, per un giro d'affari che l'International Labour Organization stima intorno ai 150 miliardi di dollari l'anno. Nuovi schiavi, protagonisti oggi della settima Conferenza mondiale di Science for Peace, promossa dalla Fondazione Umberto Veronesi in collaborazione con l'università Bocconi di Milano.

Un fenomeno globale che cresce sia nei Paesi poveri che in quelli più sviluppati, che si nasconde dietro il dramma dei migranti in Italia o nelle pieghe delle strategie del terrore. Proprio dal palco di Science for Peace, Valentina Bartolucci, 33 anni, docente di Sociologia dello sviluppo e della pace all'università di Pisa, ha tracciato una fotografia dell'ultima frontiera dello sfruttamento di donne e bambini, trasformati in veicoli di azioni terroristiche da diverse organizzazioni, da Boko Haram ad Al Quaeda e in particolare l'Is , "per ragioni innanzitutto di tipo tattico-strategico", spiega la ricercatrice che studia questi fenomeni dal 2010. "Donne e bambini insospettiscono meno, permettono di eludere controlli e perquisizioni".

Gli esempi sono tanti: "Dalle bambine reclutate da Boko Haram e forzate a farsi esplodere in Nigeria, ai bambini reclutati con la forza come piccoli soldati e trasformati in strumenti di morte in Iraq, Afghanistan, Siria, Yemen, Somalia. Ma ci sono anche i bimbi rapiti dai militanti dell'Isis e poi venduti sul mercato nero, usati come strumenti di propaganda, reclutati anche a 3 anni e addestrati a impugnare pistole e coltelli".

L'Occidente, come emerso dai fatti di cronaca dell'ultimo anno, non è esente: "Anche se è impossibile avere dati certi, si stima che in questo periodo almeno 200-500 adolescenti siano cadute nella rete della propaganda jihadista dell'Is - prosegue Bartolucci - Ragazze nate e cresciute in Occidente, con un buon livello di istruzione. Penso alla 15enne francese addestrata via Facebook a compiere un attentato a Tolosa, alle 3 ragazze britanniche fuggite in Siria per unirsi all'Isis, sposate e subito vedove orgogliose, attivissime nella propaganda online. Finiscono nella rete spinte dall'isolamento culturale, sono ragazze che non si sentono parte della comunità di appartenenza".

Fattori di richiamo "sono il rifiuto del modello occidentale, una vita che agli occhi di adolescenti fragili appare romantica e avventurosa, una comunità con cui pensano di poter intraprendere un cammino comune. Non è un caso che si parli di minorenni che vengono adescate, mentre risultano pochissime le ragazze sopra i 20 anni".

Con le sue ricerche Bartolucci è impegnata a inquadrare il modus operandi delle organizzazioni terroristiche contemporanee, ma "l'obiettivo finale è sviluppare contromisure efficaci e sostenibili per prevenire questi fenomeni. Soluzioni che non richiedano l'uso delle armi, che come abbiamo visto non si è rivelato efficace".

Umberto Veronesi, oncologo paladino dei diritti umani e anima del movimento Science for Peace che ha lanciato nel 2009, esorta a ribellarsi "con la conoscenza. Con il dialogo e il linguaggio universale e civilizzatore che è proprio della scienza". E cosa la scienza può fare lo spiega Paolo Veronesi, direttore della Divisione di senologia chirurgica all'Ieo di Milano. "Se il presupposto è la pace, la scienza che parla una lingua universale può permettere di superare barriere e confini, che sono molto spesso alla base dei conflitti. Non c'è una soluzione immediata, ma l'istruzione e la conoscenza dei propri diritti sono il primo strumento per potersi liberare dagli abusi".

Serve però un salto di qualità: "Noi non dobbiamo pensare di essere impotenti - sottolinea il vice presidente di Science for Peace, Alberto Martinelli - Dobbiamo rifiutare l'idea che non possiamo fare nulla. Chiunque può fare qualcosa se prende a cuore le ragioni dell'umanità". Quando si parla di schiavitù moderna, avverte l'ex ministro degli Esteri Emma Bonino, "non si parla solo di Paesi esotici o poveri". Questi fenomeni "sono contagiosi come le epidemie e riguardano anche l'Italia. Analizzando il flusso degli sbarchi di immigrati irregolari nel nostro Paese, emerge per esempio il fenomeno della tratta delle donne nigeriane: 4.371 arrivate via mare nell'ultimo anno, nel 2013 erano 433. Fra queste 971 erano minori. Schiavitù moderne a casa nostra".

Per Bonino "ci sono esempi di coraggio individuale che ci devono far riflettere: sono le persone che cambiano il mondo, i singoli individui". E ai giovani dice: "Promuovere i diritti umani è processo lento e faticoso, ma così difendete e promuovete anche i vostri diritti. C'è il dovere della libertà, di guardare gli altri, di sentirsi cittadino del mondo, di sapere che nostra libertà è indivisibile da quella degli altri. Questa è la missione del vostro futuro. La mia generazione ci ha provato. Non vi passo il testimone perché mi sento abbastanza giovane per continuare ancora, ma mi piacerebbe non essere sola in questo cammino. Voglio vedervi più impegnati a difendere il vostro futuro. Fate parlare la testa e, se potete, anche un po' il cuore. Non fa male". Punta sui giovani anche il sindaco di Milano Giuliano Pisapia: "Devono prendere il testimone di chi è meno giovane, dobbiamo mettere tutte le forze sane della società in campo. Con Science for Peace, Milano ha aperto la scienza ai problemi del mondo. L'intuizione di Umberto Veronesi è stata che la scienza deve essere per l'uomo, per il diritto alla salute, per la liberazione dall'egoismo e dalla cecità, per superare i problemi del Pianeta. L'uomo può rimediare grazie alla scienza alle storture che lui stesso crea".

Oggi, conclude il primo cittadino, "tutto questo è diventato un modello di lavoro. Purtroppo temi come la schiavitù sono attuali. Speravamo fosse un retaggio del passato, ma è un fenomeno diffuso e in alcune zone persino in aumento. Non possiamo voltarci dall'altra parte. Milano continuerà con il suo impegno per un mondo più giusto".

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