(Adnkronos Salute) - MultiMedica è riconosciuto dal ministero come Irccs dal 2006 proprio nella disciplina delle malattie del sistema cardiovascolare. "In totale sono in corso 86 trial clinici per un totale di 3.808 pazienti reclutati che vedono, in numerosi casi, coinvolta l'Unità operativa di cardiochirurgia", si evidenzia nel ricorso.
Gli eventuali danni che discenderebbero dalla concretizzazione di quanto previsto nella delibera regionale, andrebbero al di là dell'aspetto economico: "La soppressione dell'unità incide sul riconoscimento di Irccs", fanno notare i legali nel ricorso. Il taglio del reparto metterebbe in difficoltà anche l'attività "di ricerca nel campo delle patologie cardiovascolari" e produrrebbe "la dispersione di un'équipe multidisciplinare che comprende esperti di fama internazionale", si avverte. Senza considerare gli effetti "sui lavoratori coinvolti". E poi ci sono gli "investimenti per milioni di euro" affrontati dal gruppo per qualificare l'offerta di prestazioni cardiochirurgiche. Se venisse effettivamente soppressa la Cardiochirurgia di Sesto, ne risentirebbero anche i progetti di ricerca in corso, si fa notare. Non solo: si dovrebbero riorganizzare gli spazi del presidio fino a oggi destinati alla cardiochirurgia, con eventuale "rimozione delle costose apparecchiature" dedicate.
MultiMedica però non vuole parlare in questo momento delle possibili conseguenze del taglio dell'Uo. "Perché - assicura l'azienda - è in corso un dialogo positivo con le istituzioni. Ci sono incontri settimanali. E ci stanno ascoltando". Sulla questione si sono mossi anche i sindacati. Cgil, Cisl e Uil "hanno chiesto un incontro alla Regione - spiega Claudio Carotti, segretario Fp Cgil Milano - per capire i termini della questione. A noi interessano gli eventuali risvolti occupazionali".
