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Sanita': vita pazienti a rischio se pochi infermieri lavorano troppo, studio Ue (2)

25 febbraio 2014 | 16.36
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(Adnkronos Salute) - Secondo i ricercatori, la percentuale complessiva di pazienti deceduti in ospedale entro 30 giorni dal ricovero è bassa, variando entro una media che va dall'1 al 5%. Tuttavia, in ogni Paese, i tassi di mortalità cambiano notevolmente tra i singoli ospedali: in alcune strutture è deceduto meno dell'1 % dei pazienti, ma in alcuni nosocomi si può arrivare oltre il 7 % di decessi. I risultati - suggeriscono i ricercatori - dimostrano che chi è ricoverato in ospedale per un'operazione, ha un più alto rischio di decesso dopo l'intervento se gli infermieri del reparto hanno bassi livelli d'istruzione e seguono troppi pazienti.

Ad esempio - riporta la ricerca - nelle strutture dove gli infermieri si occupano in media di sei pazienti a testa e la percentuale di chi è laureato è oltre il 60%, il rischio di decessi ospedalieri è inferiore di quasi il 30% rispetto alle strutture in cui i colleghi si occupano (in media) di otto pazienti e in cui solo il 30% degli infermieri ha una formazione di alta qualità.

Secondo Alvisa Palese dell'Università di Udine e Roger Watson dell'Università di Hull (Gb) "questo studio fornisce le prove a favore di un rapporto infermiere-paziente più appropriato e anche il supporto ai decisori affinché venga rafforzata l'istruzione universitaria degli infermieri. Questi risultati - avvertono i due esperti - dovrebbero essere utilizzati per fare pressione sulle scelte della politica nelle decisioni che riguardano l'assistenza sanitaria o il modo in cui vengono attuate quelle giuste nella pratica quotidiana degli ospedali. Temiamo - concludono - che le prove raccolte dallo studio non saranno valutate nella giusta ottica perché, purtroppo, hanno un costo per il sistema".

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