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Scuola: l'allarme del Cidi, che in gita non succeda nulla e' miracolo

09 aprile 2014 | 14.43
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''Che nelle gite scolastiche non succeda nulla e' un 'miracolo'''. Né è convinto il presidente del Cidi (Centro di iniziativa democratica degli insegnanti) Beppe Bagni che, commentando con l'Adnkronos, la morte dello studente svizzero di 16 anni in gita scolastica, deceduto la notte scorsa a Roma in un ostello gestito da un istituto di suore, evidenzia come ''per gli adolescenti il contesto della gita sia un contesto di irregolarità, quasi pretesa, una sorta di contraltare alla disciplina in classe''.

''Un comportamento sbagliato e controproducente - sottolinea il docente - che fa si' che si sfiorino spesso incidenti''. Secondo Bagni, sotto accusa non puo' assolutamente esserci il corpo docente.''La sorveglianza, per quanto pressante - sottolinea - se non c'e' collaborazione da parte degli studenti, consapevoli dei rischi legati ai propri comportamenti non puo' essere efficare. Il problema - spiega - e' che dovremmo imparare a trasmettere un messaggio di maggiore autonomia e responsabilita', anche nella scuola, e poi pretendere un comportamento piu' scolastico anche fuori dalle aule''.

Insomma, aggiunge ''nella scuola c'e' molto rigore e poca immaginazione, in gita tutto e' immaginazione e poco rigore ma - avverte - queste due categorie, negli studenti, devono crescere insieme, devono dialogare. L'immaginazione senza rigore e' fantasticheria e il rigore senza immaginazione e' rigidita'. A prescindere da dove siano i ragazzi il margine di intervento dei docenti sulle classi in gita e' limitato. Anche se si sottolineano i confini legittimi, gli studenti pretendono di andare oltre''.

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