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Atlantia scrive lettera a Ue: "Governo italiano viola norme"

18 giugno 2020 | 10.51
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Nella missiva che l'Adnkronos ha potuto visionare si chiede a Bruxelles di intervenire: "Rischio sopravvivenza"

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

Atlantia ha inviato una lettera alla Commissione europea nella quale "accusa il governo italiano di violare le norme europee e chiede a Bruxelles di intervenire nella disputa" che si è aperta dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova nel 2018.

"E' della massima importanza che la Commissione europea valuti la situazione e contribuisca a fornire certezza giuridica su una questione che, se non risolta con urgenza, potrebbe seriamente compromettere i piani di investimento di Aspi attuali e futuri e, soprattutto, la sopravvivenza dell'azienda stessa", è la richiesta contenuta nella lettera, che l'Adnkronos ha potuto visionare, inviata dai vertici di Atlantia, dal presidente Fabio Cerchiai e dall'amministratore delegato Carlo Bertazzo, al vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, il 9 giugno scorso. Una richiesta che prende le mosse dalla situazione creata dalle norme introdotte dal decreto Milleproroghe e che, conseguentemente alla sua entrata in vigore, ha determinato la perdita per Aspi e Atlantia del loro investment grade status.

"I loro rating - evidenziano Cerchiai e Bertazzo - sono stati declassati a 'spazzatura' dalle tre principali agenzie di rating Moody's, Standad & Poor's, Fitch. Tutte queste agenzie hanno chiaramente indicato nelle loro comunicazioni al mercato che la causa del downgrade sono stati precisamente i cambiamenti regolatori introdotti dal governo italiano, con la modifica unilaterale e retroattiva dell'accordo di concessione vigente approvato nel 2008 (secondo la procedura europea n. 2006/2419).

"Recentemente, Atlantia e Aspi hanno formulato alcune proposte alle autorità italiane per trovare una equa e ragionevole soluzione sulla questione relativa alla concessione di Aspi. In particolare, Aspi ha anche proposto una possibile riduzione della sua quota in Aspi, premesso che questa riduzione sia perseguita attraverso una procedura trasparente, a eque condizioni di mercato, una volta raggiunto un accordo complessivo con il Governo italiano", scrivono.

"Tuttavia, abbiamo appreso dai media nazionali e internazionali che il Governo italiano intende ora forzare Atlantia ad accettare una soluzione dove questa sarebbe obbligata a vendere la sua quota di maggioranza in Aspi, consentendo l'ingresso della controllata pubblica Cdp e altri fondi", scrivono i vertici di Atlantia. "Se tali intenzioni venissero confermate, ci troveremmo di fronte a una violazione politica delle regole del libero mercato. In primo luogo, il governo italiano ha messo seriamente a rischio la continuità del business di Aspi privandola dell'accesso al mercato del credito e riducendo il suo valore di mercato. Inoltre, il Governo stesso sta tentando di forzare Atlantia a vendere la sua quota di maggioranza a Cdp a un valore ridotto, creando un significativo danno a migliaia di investitori italiani e stranieri".

"L'atteggiamento delle autorità italiane è ancora più ingiustificato se si considera l'approccio totalmente differente adottato nei confronti dell'Anas, l'operatore pubblico che gestisce gran parte della rete stradale italiana, dopo il recente crollo del ponte Aulla in Toscana", rilevano i vertici di Atlantia ricordando quanto è avvenuto l'8 aprile scorso. "Anas ha dichiarato di non avere idea del perché il ponte è crollato specificando che, in seguito alle richieste delle autorità locali, che lavori di manutenzione specifica erano stati realizzati solo alcuni mesi prima. In questo caso non ci sono state vittime dal momento che questo è avvenuto nel periodo di lockdown, e, nei confronti di Anas, il governo e i politici italiani non hanno preso alcuna iniziativa né fatto dichiarazioni volte a un possibile ritiro della sua concessione", affermano ancora.

E' della "massima importanza che la Commissione europea intraprenda una ferma e pronta iniziativa vis-a-vis con le autorità italiane al fine di affrontare le violazioni delle regole europee, anche in considerazione delle drammatiche conseguenze economiche" causate dalle misure introdotte cinque mesi fa. E' la richiesta contenuta nella lettera inviata al vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, dai vertici di Atlantia. "A questo riguardo - scrivono - chiediamo anche alla Commissione di chiedere alle autorità italiane di fornire informazioni sulle ragioni, finalità ed effetti in particolare dell'articolo 35 del decreto Milleproroghe" così come delle altre misure varate dal Governo.

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