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Banche: Pasini, si stima aumento 15% Npl e norme non aiutano recupero

05 giugno 2017 | 17.43
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Banche: Pasini, si stima aumento 15% Npl e norme non aiutano recupero

Miliardi di euro legati agli npl non vengono recuperati per l'impossibilità di rintracciare il debitore con il rischio che i costi dei mancati incassi si trasferiscano sui consumatori. E le prospettive per il 2017 non sono rosee: ci sarà un aumento del 15% degli Npl a fronte di un andamento stabile dei crediti freschi. A denunciarlo è Marco Pasini presidente di Unirec, l'associazione confindustriale di categoria, che rappresenta l’82% dei service di recupero crediti italiani. "Una parte significativa della mole di Npl di piccolo taglio che non vengono recuperati afferma all'Adnkronos- è in parte attribuibile alle difficoltà di rintracciare i debitori. All’interno dei circa 200 miliardi di crediti deteriorati che circolano attualmente in italia -spiega- le nostre imprese si occupano prevalentemente della gestione dei crediti unsecured (non garantiti) e di piccolo taglio, con un ticket medio di circa 5400 euro, come si evince dal VII Rapporto Unirec presentato l’11 maggio scorso a Roma”.

Nel 2016 le imprese associate Unirec hanno gestito una mole di 70 miliardi di euro di crediti, in aumento di 10,4 miliardi sul 2015 (+17,6%), pari a 35,6 milioni di pratiche. Di questi crediti ne sono stati recuperati 8,1 miliardi, pari a 12,1 milioni di pratiche. I Non Performing Loans pesano per il 40% sul totale dei crediti affidati alle imprese associate: ovvero 26,6 miliardi di euro su un totale di 69,3.

I valori di recupero, secondo Pasini, potrebbero migliorare se alcune norme fossero riviste. ''In questo senso il legislatore -spiega- potrebbe agevolare le attività di recupero che soprattutto nella gestione dei crediti NPL necessitano di strumenti che aiutino a rintracciare il debitore, con il quale affrontare la propria situazione debitoria.

Unirec si chiede se sia giusto che il debitore possa, invece, usare trucchi per evitare di pagare i creditori. Perchè l'associazione riscontra la tendenza ad alimentare questo fenomeno. Ad esempio, navigando su internet, si possono trovare migliaia di siti che insegnano a non pagare. “In una società civile – conclude Pasini - non è tollerabile che gli impegni assunti non vengano onorati pur nel rispetto delle difficoltà in cui le famiglie o le persone possono trovarsi. Le nostre imprese ed i loro operatori agiscono su un piano di negoziazione condivisa con il debitore ed il legislatore potrebbe mettere a disposizione delle nostre imprese strumenti più efficaci a supporto della nostra attività a tutela degli interessi della collettività, per evitare che i mancati incassi si trasferiscano sui consumatori con un aumento dei servizi e delle tariffe”.

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