(Aki) - Ha scatenato un'accesa polemica l'ultima iniziativa del governo turco, che ha annunciato di voler adibire alcune carceri ai soli detenuti gay. Il ministro della Giustizia, Bekir Bozdag, ha spiegato in parlamento che l'iniziativa mira a "proteggere i condannati", dividendoli in base al loro orientamento sessuale. In particolare, agli omosessuali sarebbero destinate aree comuni diverse da quelle degli eterosessuali, con i quali non avrebbero alcun modo di interagire.
Ma il progetto non trova tutti d'accordo e, tra le file dell'opposizione cosi' come tra i movimenti per i diritti Lgbt, in tanti giudicano l'iniziativa come un modo per segregare i gay. "Cio' che e' veramente urgente per gli individui Lgbt - ha commentato Veli Agbaba, deputato del partito di opposizione Chp, che ha incontrato alcuni detenuti gay - e' migliorare le loro condizioni in carcere e mettere fine al loro isolamento nell'isolamento". La misura proposta dal governo, a suo giudizio, costringe inoltre i detenuti "a rivelare il loro orientamento sessuale".
Il ministero della Giustizia ha chiarito che non ci sarebbe alcuna costrizione e che i detenuti che volontariamente dovessero decidere di dichiararsi gay avrebbero diritto a essere ospitati in carceri ad hoc. Ma il progetto non convince neanche le organizzazioni Lgbt, che hanno denunciato la mancanza di studi seri sulle problematiche con cui si confrontano i detenuti gay. Secondo un rapporto del 2003 citato dal ministero della Giustizia, i detenuti gay nelle carceri di tutta la Turchia sono 79. Una cifra evidentemente poco realistica, visto che, come fanno notare gli attivisti, l'orientamento sessuale di una persona non e' necessariamente dichiarato alle autorita'.