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Worklife balance: trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata

04 maggio 2023 | 10.22
LETTURA: 4 minuti

Worklife balance: trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata

Milano, 4 Maggio 2023 - Viviamo in un mondo a dir poco frenetico: un mondo che fin troppo spesso ci chiede di essere attivi anche ben oltre l’orario lavorativo. C’era un tempo il lavoro d’ufficio – c’è ancora oggi – ma, con l’avvento del digital, tutto è cambiato. Alcuni dei nuovi lavori hanno fatto spazio a orari sempre più lunghi, richiedenti e spesso siamo attivi anche nel weekend. Il riposo? Non è visto come un’utopia, né come un diritto: se ti fermi, non stai andando al passo con i tempi. Da qui nasce l’esigenza del worklife balance: è sempre più importante trovare un equilibrio tra il lavoro e la vita privata. Ma come fare?

Worklife balance: l’esigenza di bilanciare la vita privata al lavoro

Da ormai diversi anni ci poniamo una domanda: c’è un modo per bilanciare la vita privata al lavoro? Iniziamo con un esempio per comprendere al meglio questo concetto: quando abbiamo iniziato a fare smart working, abbiamo visto tanti pregi, come essere a casa, nel comfort delle mura domestiche, risparmiare i soldi della benzina, evitare lo stress del traffico.

Sembrava “tutto molto bello”, per citare un modo di dire. Poi, però, con il tempo, qualcosa si è incrinato. La casa è diventata il luogo di lavoro, e non c’è stato più una netta scissione. Abbiamo cominciato ad andare online a tutte le ore, ad andare online nei weekend, durante i festivi, o alla sera.

Sebbene poi lo smart working si possa anche mettere in pratica in giro per il mondo, o ancora nei luoghi adibiti al coworking, alla fine è apparso chiaro che la risposta è un’altra. Quale? L’equilibrio stesso. Che ognuno di noi vive assolutamente in modo diverso, avendo tutti personalità differenti ed esigenze diverse.

Il rischio burnout

Così, proprio per il mancato bilanciamento tra la vita privata e il lavoro, si è giunti al rischio burnout. Un rischio di cui si sente parlare sempre più spesso negli ultimi anni, e che ci pone di fronte a un vero e proprio dilemma che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Il burnout è stato riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2019, quando ha anche fornito una diagnosi ufficiale. In breve, quando ci si dedica intensamente a un’attività dimenticandosi di tutto il resto, in qualche modo si viene totalmente annientati: si spegne così la motivazione, e di conseguenza qualsiasi emozione, portando di fatto a uno stato di esaurimento emotivo, mentale e fisico. Ad oggi, la prima causa ufficiale del burnout è proprio il lavoro.

Perché non riusciamo a bilanciare la vita privata e il lavoro?

Il worklife balance tocca tutti, non solo chi è in smart working, chi lavora online, ma anche chi svolge un lavoro d’ufficio, o è a capo di un’azienda. Le cause del mancato bilanciamento tra lavoro e vita privata derivano anche da un ulteriore aspetto: n egoziare con i clienti e le aziende non è facile. Quando l’impegno di lavoro è molto ed è pesante, quando le responsabilità si avvertono sulle proprie spalle, ci si sente persino in colpa a dedicarsi ad altro.

In questi casi subentra un ulteriore fattore da non sottovalutare in alcun modo: la paura di essere sostituiti o in alcuni casi – sebbene più rari – di essere licenziati. Raggiungere l’equilibrio, dunque, diventa difficile, se non impossibile, fino a quando, alla fine, si iniziano a manifestare i primi sintomi del burnout.

Come trovare il life balance?

Ci sono due strade da percorrere, perché c’è il singolo, dunque il lavoratore, e poi c’è l’azienda, che di fatto può davvero fare la differenza per offrire il giusto worklife balance, che andrebbe inserito nei piani di welfare aziendale.

Come abbiamo accennato, l’equilibrio, alla fine, è diverso per ciascuno di noi. C’è chi vorrebbe dedicarsi maggiormente alla famiglia, alle proprie passioni, allo sport, o semplicemente ritagliarsi dello spazio per stare con se stessi, per ripulire la mente da qualsiasi pensiero lavorativo.

È questo lo scoglio (ma anche il primo passo): selezionare delle attività che ci piacerebbe fare. Selezionare quello che vogliamo davvero fare, al di là di tutto. Selezionare i nostri interessi, le passioni: ciò che ci rende più umani, e meno dei robot dediti al lavoro.

Il ruolo delle aziende

Chiaramente, in tutto ciò, il ruolo “principale” non è solo svolto dal lavoratore, ma anche dall’azienda stessa. Le idee, negli ultimi tempi, sono tante: dal diritto alla disconnessione fino alla settimana lavorativa composta da quattro giorni, bisogna mettere il lavoratore nelle condizioni di dedicarsi al proprio benessere. I vantaggi? Molteplici: per esempio, il lavoratore sarà più invogliato durante lo svolgimento delle proprie mansioni. Perché avrà trovato la sua “strada” verso l’equilibrio. Senza sbilanciamenti, burnout o paure.

Responsabilità editoriale: TiLinko – Img Solutions srl per LinkEasy

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