Poca frutta e verdura e troppi grassi nella dieta e l'allattamento naturale è diventato di nicchia
Allarme rosso per l'alimentazione di mamme e bambini. Poca frutta e verdura e troppi grassi nella dieta e l'allattamento naturale è diventato di nicchia. In Italia i consumi di frutta e verdura sono crollati del 30% circa in meno di quindici anni, mentre per patologie legate all'alimentazione il sistema sanitario paga 23 miliardi di euro l'anno. Sovrappeso o addirittura obeso un bambino su tre. Sono alcuni dei dati forniti da Cia (Confederazione italiana agricoltori) e Vas (Verdi Ambiente e Società) lanciando l'edizione 2014 di ''Mangiasano'' con lo slogan "Alimenti-amo" e quest'anno dedicata in particolare all'alimentazione dei più piccoli. (VIDEO)
Obiettivo, contribuire alla divulgazione di un modello alimentare naturale. Sabato 24 maggio, nelle piazze di oltre 20 città italiane, si parlerà dell'importanza dell'allattamento materno, visto che oggi nel Paese solo il 10% dei neonati è allattato esclusivamente al seno per 6 mesi, come suggerito dall'Oms, ma anche di buone condotte alimentari (cibi sani, freschi, locali, biologici) contrapposte alle cattive abitudini alimentari (junk-food, fast-food, cibi pronti e omogeneizzati).
''La flessione continua dei consumi di frutta e verdura in Italia è da allarme rosso - dichiara il vicepresidente vicario della Cia, Cinzia Pagni - In meno di 15 anni gli acquisti di ortofrutta sono diminuiti di quasi il 30%, passando dai 450 kg a famiglia del 2000 ai 320 kg del 2013. E la riduzione dei consumi riguarda soprattutto le nuove generazioni, con ben il 22% dei genitori che dichiara che i propri figli non mangiano frutta e verdura quotidianamente, mentre al contempo cresce del 7% il ricorso al 'junk food'''. ‘’Non è solo un problema serio per i redditi degli agricoltori - sottolinea Pagni- ma un vero dramma per i riflessi che ha sulla salute pubblica. Oggi i costi sanitari di obesità e sedentarietà toccano, in Italia, 23 miliardi di euro all’anno. Più del 20% dei bambini è in sovrappeso e il 10,4% obeso. Quindi, circa un bambino su tre, tra i 6 e i 9 anni, ha problemi di alimentazione’’.
Ma quali le cause di questa situazione?Sul banco degli imputati ci sarebbero lo svezzamento anticipato con cibi pronti e omogeneizzati, che influiscono sulla creazione di un gusto artificiale, mentre bisognerebbe partire dalla disponibilità locale di alimenti, cercando di prediligere quelli freschi. Un’alimentazione sana può rappresentare anche uno scudo efficace contro l’esposizione alle sostanze chimiche: circa 120.000 quelle che possono raggiungere il nostro corpo attraverso acqua, aria e cibo, secondo l’Agenzia europea per la Protezione dell’Ambiente. Per tutelare la salute dei bambini (e del pianeta), “l’allattamento al seno e un maggiore consumo di frutta e verdura diventano imprescindibili per limitare l’esposizione a sostanze tossiche naturali, a fitofarmaci, a farmaci, a inquinanti come diossina, metalli pesanti, a Ogm”, aggiunge la vicepresidente nazionale dei Vas, Simona Capogna. Ed ecco qualche consiglio fornito da agricoltori e ambientalisti: meglio scegliere frutta e verdura locale, fresca e biologica, e l’allattamento al seno, che garantisce un alimento più sano e meno inquinato per il neonato, contenente sostanze protettive e stimolanti che aiutano a sviluppare il sistema immunitario, mitigando gli effetti dannosi dell’esposizione a residui chimici in utero e dopo la nascita.
“Attualmente in Italia solo il 10% delle mamme allatta in modo esclusivo al seno nei primi 6 mesi mentre il 50% fa un allattamento misto con uno svezzamento precoce e il 40% non allatta affatto - continua Capogna - Scegliere di introdurre da subito cibi industriali, inoltre, ha anche un costo notevole per le famiglie. Acquistando 2 omogeneizzati di carne e 2 di frutta si spendono circa 1.200 euro all’anno, senza contare l’inquinamento del processo industriale, degli imballaggi e del trasporto’’.Bambini e adulti dovrebbero consumare 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, ma spesso non è chiara la quantità effettiva a cui si fa riferimento. Il metodo per fare il calcolo è semplice: una porzione corrisponde a quella contenuta in un pugno chiuso di una mano. La quantità dipende, quindi, da persona a persona e nel caso di bambini, si tratta di 70 grammi di verdura e 100 grammi di frutta.