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Divella: "Sconcerto su decontribuzione sud, Governo sfidi Commissione Ue"

Divella:
17 giugno 2022 | 17.49
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"Desidero esprimere pubblicamente tutto il mio sconcerto e la mia indignazione per quanto sta accadendo, o meglio, non accadendo, a proposito dello sgravio contributivo a favore delle imprese del centro-sud (decontribuzione sud). Una misura introdotta a decorrere dall’ottobre 2020, poi confermata da ben due leggi di bilancio, addirittura fino al 2029, che rischia di arenarsi al prossimo 30 giugno, perché non compatibile col quadro di aiuti di Stato consentiti dalla Commissione Ue. Il risultato è che l’impresa che rappresento, così come tutte quelle delle 8 regioni in cui si beneficia dello sgravio, oggi non conosce ancora il costo del lavoro che sosterrà dal prossimo luglio. Una situazione intollerabile". Ad affermarlo l'ad del gruppo Divella, Francesco Divella che chiede al Governo di avere "il coraggio di sfidare la Commissione, difendendo la decontribuzione sud così come prevista fino al 2029, respingendo anacronistici divieti, in tutte le sedi, sia politiche che giurisdizionali".

"Fonti di stampa nelle ultime settimane - sottolinea - continuano a riferire delle trattative in corso tra il governo italiano e la Commissione, ma i risultati concreti tardano ad arrivare, nonostante gli apprezzabili sforzi del ministro del Sud Mara Carfagna. Sono coinvolti poco meno di 6 milioni di posti di lavoro e il malaugurato ritorno alla contribuzione piena determinerebbe un aumento del costo del lavoro per le imprese intorno al 8/10%. Un tragico paradosso, proprio nei giorni in cui si parla di riduzione del cuneo fiscale, per aiutare le retribuzioni il cui potere d’acquisto è falcidiato dall’inflazione. Anziché migliorare, si fanno clamorosi passi indietro".

"È da respingere al mittente la giustificazione secondo cui lo stallo attuale sia dovuto al legame tra la decontribuzione ed il Quadro Temporaneo sugli aiuti di Stato in scadenza il 30 giugno 2022. Ciò è solo formalmente vero, ma tale infelice connessione era nota già dall’autunno 2021 – quando la norma fu riproposta nella legge di bilancio 2022 – se non dall’autunno 2020 – quando fu resa strutturale con la legge di bilancio 2021. Era noto sin da allora che il prolungamento della misura agevolativa oltre la scadenza del Quadro Temporaneo, avrebbe richiesto una specifica autorizzazione da parte della Commissione. Una trattativa che avrebbe potuto e dovuto essere avviata da almeno un anno e mezzo", sottolinea Divella.

Ma, a prescindere dai tempi, rileva l'ad del gruppo Divella, "gli interessi delle nostre imprese e di milioni di lavoratori sono ancora una volta subordinati ad un divieto non più compatibile con le difficoltà post pandemia e con quelle della crisi dei prezzi energetici che stiamo attraversando. Il differenziale di produttività che scontiamo al Sud a causa di ataviche carenze infrastrutturali – basti pensare alle difficoltà nei trasporti via mare e via terra per raggiungere i mercati oltreoceano e del Nord Europa - deve trovare una compensazione stabile e duratura, e non esiste divieto di aiuti di Stato che tenga".

"Non vorremmo trovarci tra qualche anno nella beffarda situazione di avere le aziende ormai chiuse e vedere riconosciute le nostre pretese dai tribunali europei. Come purtroppo accaduto nel recente passato con la Commissione sconfitta in ben due gradi di giudizio a proposito degli aiuti di Stato alle banche. Il governo italiano abbia il coraggio di sfidare la Commissione, difendendo la decontribuzione sud così come prevista fino al 2029, respingendo anacronistici divieti, in tutte le sedi, sia politiche che giurisdizionali", sottolinea.

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