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Icg: Core, aggregazione con altro gruppo tra 18 mesi e poi Borsa

Stefano Core, ad Italian Creation Group
Stefano Core, ad Italian Creation Group
04 aprile 2017 | 17.33
LETTURA: 4 minuti

I talian Creation Group, il gruppo industriale che in quattro anni ha acquisito la maggioranza o la totalità di quattro importanti brand del design made in Italy (Driade, Valcucine, Tosco Quattro e Fontana Arte), vede nel prossimo futuro, tra circa 18 mesi, un ulteriore consolidamento o l'aggregazione con un altro gruppo italiano che sia "complementare", per dare vita a una grossa holding, operazione propedeutica allo sbarco in Borsa. Lo annuncia all'Adnkronos Stefano Core, presidente e amministratore delegato di Icg, holding fondata insieme a Giovanni Perissinotto, che ha chiuso il 2016 con un giro d'affari "di 65 milioni di euro" e stima una "crescita del 10-12% nel 2017".

Per ora, spiega l'ad di Icg, "guardiamo al consolidamento, che significa far funzionare il progetto Italian Creation Group al di là delle singole aziende, dunque avere risultati che sono direttamente riconducibili al gruppo. Oggi in Italia "ci sono tre grandi gruppi nati negli ultimi cinque anni, riconosciuti al di là dei fatturati: Investindustrial, Gruppo Frau e Italian Creation Group , oltre chiaramente a tutte le aziende sopra i 100 milioni".

Si tratta di "un modello che deve dimostrare di avere senso. Io ne sono convinto, anche perché se guardiamo a quattro anni fa e ove siamo oggi, certamente un senso lo stiamo dimostrando. A questo punto, lo step successivo, tra circa 18 mesi, è una integrazione o un ulteriore consolidamento importante per poi prepararci alla quotazione". (segue)

Core fa riferimento alla possibilità di aggregarsi "con un'azienda altrettanto grande, un gruppo italiano con il quale siamo complementari. Per potere diventare una azienda solida con brand forti e un assetto manageriale solido, una governance distribuita. Integrarsi con una azienda - fa notare - significa rinunciare alla governance, reciprocamente. Questo diventerebbe forse il primo esempio di modello distribuito di made in Italy".

Una aggregazione, dunque, che sia funzionale alla quotazione. Quest'ultima "non ha finalità di exit, ma di distribuzione della governance, perché un investitore ti dà fiducia, ma gli devi dare una garanzia che in un qualche momento ci potrà essere una possibilità di smobilizzare. Portare capitale in Borsa offre la possibilità di avere molta fluidità sulla parte finanziaria e soprattutto una governance controllata".

Di fatto, termina Core, "il processo si conclude perché abbiamo preso tante piccole aziende familiari se vogliamo un po' smarrite e le abbiamo traghettate verso un modello distribuito sia da un punto di vista manageriale sia finanziario".

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