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Aspi: "Proposta recepisce richieste del governo"

13 luglio 2020 | 17.40
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Fonti di governo: "Domani Cdm non risolutivo". Fonti famiglia Benetton: sempre rispettato le istituzioni

(Fotogramma)
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Formalmente non è ancora convocato, inizialmente avrebbe dovuto tenersi 11. Il Consiglio dei ministri che domani dovrebbe affrontare il dossier Aspi "potrebbe essere non risolutivo", ovvero "non decidere" sul futuro delle concessioni ad Autostrade. Lo dicono all'Adnkronos diverse fonti di governo, alcune delle quali non escludono che la riunione possa slittare al pomeriggio o alla serata di domani, se non addirittura esser fissato nei giorni immediatamente successivi.

In Cdm si terrà un'informativa, come spiegato dallo stesso premier Giuseppe Conte da Berlino, ma la decisione "necessiterà ancora di qualche giorno, oltre che arrivare a Borse chiuse", spiega una fonte di governo di primo piano, dicendosi convinta della fumata nera di domani. "Il premier ha fretta di decidere - spiegano altre fonti - sicuramente scioglierà la riserva presto, ma è difficile ciò avvenga già domani". "Si parte con un'informativa - spiega un'altra fonte - tutto è aperto. Sulla base di quello che viene fuori in Cdm si deciderà, l'intenzione di Conte è chiudere". Ma che ciò avvenga già domani "è difficile crederlo".

Domani torna a riunirsi anche il consiglio di amministrazione di Atlantia per un esame della vicenda Aspi. Lo si apprende da fonti vicine al dossier. Il board non dovrebbe assumere decisioni ma valutare la situazione alla luce degli ultimi sviluppi.

Intanto, "con riferimento a quanto riportato da alcuni organi di informazione, relativamente a 'spiegazioni' richieste dal fondo governativo cinese Silk Road Fund all'ambasciatore d'Italia a Pechino, Luca Ferrari, in merito alle decisioni del Governo italiano sul futuro di Aspi - si legge in una nota della Farnesina - si informa che la notizia è assolutamente priva di fondamento e che l'Ambasciatore non è stato oggetto di alcuna convocazione da parte cinese".

Autostrade per l’Italia, per garantire la massima trasparenza verso il mercato, investitori e finanziatori e l’opinione pubblica ha reso nota la lettera dell’11 luglio 2020 indirizzata ai Ministeri competenti, di cui la stampa ha riportato ampi stralci. La lettera fa seguito all’incontro tenutosi il 9 luglio presso il Mit, volto alla definizione della procedura del presunto grave inadempimento in corso, e recepisce le indicazioni ricevute in tale sede dai rappresentanti istituzionali. E' quanto si legge in una nota della società nell'auspicare che le decisioni che verranno assunte siano basate solo ed esclusivamente su aspetti di tipo giuridico, tecnico, sociale ed economico e tengano conto del patrimonio industriale unico rappresentato dalla società e degli interessi dei suoi 7.000 lavoratori, dei 17.000 piccoli risparmiatori - che detengono una quota del debito - e delle migliaia di creditori commerciali e fornitori, che rappresentano una quota assolutamente rilevante del comparto produttivo del Paese.

Nello specifico, in caso di accettazione della proposta, Aspi ha aumentato da 2,9 miliardi a 3,4 miliardi l’importo totalmente a proprio carico da destinare a riduzioni tariffarie, a interventi aggiuntivi di manutenzione e a interventi per la ricostruzione del viadotto sul Polcevera. Verrebbe inoltre recepito il regime tariffario regolato dalle delibere dell’Art, sulla base delle risultanze concordate al tavolo tecnico svoltosi al Mef, con l’impegno ad aggiornare il Piano Economico Finanziario entro 7 giorni dall’accettazione della nuova proposta.

E’ stata formulata anche una proposta di ridefinizione dell’art. 9 della Concessione relativa alla regolamentazione dei casi di inadempimento e decadenza - previa verifica con esperti indipendenti con comprovata esperienza delle condizioni di bancabilità del piano degli investimenti previsti – ed è stata comunicata la volontà di rinunciare a tutti i ricorsi presentati nei confronti della parte pubblica. La società ha inoltre dato disponibilità a valutare l’apertura del proprio capitale a investitori terzi pubblici e privati, a supporto del rilevantissimo piano degli investimenti previsto dal Piano di Trasformazione.

La proposta formulata da Aspi l’11 luglio, sottolinea la società, è l’esito di un confronto negoziale iniziato circa un anno fa e che ha visto la società formulare diverse proposte, sempre migliorative, con oltre 10 lettere inviate all’Esecutivo. La missiva dello scorso sabato aderisce alle ultime richieste del governo, a riprova dell’impegno complessivo profuso dalla società verso l’interesse pubblico. La società non ha aderito invece alla richiesta di manleva formulata al tavolo a favore della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Mit e del Mef, a fronte di danni civili che potrebbero essere richiesti da terzi a tali istituzioni per loro eventuali responsabilità come conseguenza del tragico crollo del Viadotto sul Polcevera. Con ciò nella prospettiva che ciascuno risponda per le proprie responsabilità, ove fossero accertate, nell’ambito della distinzione dei ruoli tra Concedente e Concessionario.

LETTERA AL GOVERNO - "Pur confermando quanto più volte da noi già ampiamente dedotto in ordine alla infondatezza dei contestati, da Voi, presunti inadempimenti", Aspi, "ritenendo prioritario l'obiettivo del superamento dell'attuale situazione controversa, intende aderire, nei termini di seguito esposti, alle indicazioni ricevute e, pertanto, formula la seguente nuova proposta a fronte della positiva conclusione concordata del procedimento in oggetto". E' quanto si legge in un passaggio della lettera che Aspi ha inviato al governo e che oggi ha pubblicato sul proprio sito. La missiva è stata inviata al segretario generale della Presidenza del Consiglio, Roberto Chieppa, ai capi di gabinetto di Mit e Mef, Alberto Stancanelli e Luigi Carbone e per conoscenza ai ministri Paola De Micheli e Roberto Gualtieri.

Nella lettera si legge che "Aspi si impegna ad assumere ad integrale proprio carico, e senza alcun riconoscimento economico nell'ambito della concessione, l'importo da Voi indicato di euro 3.400 milioni, da destinare sia a riduzioni tariffarie a favore dell'utenza, sia ad interventi aggiuntivi di manutenzione delle infrastrutture in concessione, sia ancora agli interventi per la ricostruzione del viadotto sul Polcevera".

Di questa cifra, 1.500 milioni sono destinati "per riduzioni tariffarie da applicarsi d'intesa con il concedente, con le modularità che saranno ritenute migliori per favorire l'utenza, con specifico riguardo a tratte interessate, a partire dall'area ligure, ed ai pendolari. La riduzione, in presenza di particolari situazioni, potrà determinare anche l'azzeramento totale del pedaggio". Inoltre, 1.200 milioni sono "oneri complessivi relativi alla realizzazione di interventi di manutenzione sulle infrastrutture della rete da eseguire nel periodo regolatorio 2020-2024" e 700 milioni destinati alle "attività di demolizione e ricostruzione del viadotto sul Polcevera e per tutti gli ulteriori oneri connessi".

"Aspi si dichiara sin d'ora disponibile, in vista della realizzazione del rilevantissimo piano delle manutenzioni e degli investimenti di cui al precedente punto 2 e della positiva conclusione concordata della procedura di contestazione, a sottoporre al proprio Cda una delibera volta a consentire all’Assemblea degli azionisti di valutare l’apertura del capitale della società a investitori istituzionali terzi pubblici e privati" indica Aspi in un passaggio della lettera al governo. "Il tutto - scrive l'ad Roberto Tomasi - mediante un adeguato aumento di capitale accompagnato da una ridefinizione delle regole di governance della società finalizzate ad assicurare la realizzazione dello sfidante 'Piano di trasformazione' oltre alla migliore tutela dell’interesse pubblico, e fermi restando i diritti statutari degli attuali azionisti di minoranza".

"In merito - prosegue la lettera - si richiama inoltre la disponibilità della controllante Atlantia a supportare l’apertura del capitale a terzi in sede assembleare, già espressa nella corrispondenza intercorsa fine del 6 febbraio scorso indirizzata al presidente del Consiglio, al ministro dell’Infrastrutture e dei Trasporti e al ministro dell’Economia e delle finanze".

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