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Sanità: Msf, shock per attacco a Kunduz, 3 morti e 30 operatori dispersi

03 ottobre 2015 | 11.44
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L'ospedale di Kunduz dopo l'attacco - Medici senza frontiere
L'ospedale di Kunduz dopo l'attacco - Medici senza frontiere

Tre operatori di Medici senza frontiere sono rimasti uccisi e "di oltre 30 non si ha ancora notizia. L’equipe medica - afferma Msf - sta lavorando senza sosta e sta facendo tutto il possibile per la sicurezza dei pazienti e dello staff dell’ospedale", dopo che nella notte di sabato 3 ottobre, alle 2.10, il centro traumatologico di Msf a Kunduz è stato colpito più volte da pesanti bombardamenti ed è stato gravemente danneggiato. "Siamo profondamente scioccati dall’attacco, che ha ucciso nostri colleghi e pazienti, e compromette gravemente la situazione sanitaria a Kunduz" ha detto Bart Janssens, direttore delle operazioni di Msf.

"Non conosciamo ancora l’esatto numero delle vittime. La nostra equipe medica sta fornendo primo soccorso e trattando i pazienti e gli operatori rimasti feriti, mentre si prende cura delle vittime. Esortiamo tutte le parti a rispettare la sicurezza delle strutture e del personale sanitario". Da quando lunedì sono scoppiati i combattimenti, Msf ha curato 394 feriti. Al momento del bombardamento di stamattina nell’ospedale c’erano 105 pazienti, le persone che li accudiscono e oltre 80 operatori nazionali e internazionali di Msf.

La struttura è l’unica nel suo genere in tutto l’Afghanistan nord-orientale e fornisce trattamenti per salvare arti e vite. I medici di Msf trattano tutte le persone secondo i loro bisogni medici e non fanno distinzioni in base a etnia, credo religioso o affiliazione politica. L'organizzazione ha iniziato a lavorare in Afghanistan nel 1980. A Kunduz, come nel resto del paese, operatori nazionali e internazionali lavorano insieme per garantire la migliore qualità dei trattamenti.

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