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Farmaci: allopurinolo e gotta, studio lombardo svela prescrizioni inadeguate

06 maggio 2014 | 14.53
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Milano, 6 mag. (Adnkronos Salute) - Farmaci contro la gotta sì, ma solo quando servono davvero. A volte invece l'allopurinolo, indicato nel trattamento degli attacchi della 'malattia dei re', viene somministrato anche a pazienti i cui livelli di uricemia non necessitano di terapia farmacologica. Risultato: il rischio di gravi effetti collaterali alla pelle. A svelare una inappropriatezza nella prescrizione dell'allopurinolo è uno studio dell'università degli Studi di Milano, dell'ospedale Sacco del capoluogo lombardo, del Centro regionale di farmacovigilanza e dell'Irccs Eugenio Medea di Bosisio Parini (Lecco). Partendo dai risultati del lavoro, pubblicato su 'Jama', rivista dell'American Medical Association, il Centro regionale lombardo di farmacovigilanza ha redatto una nota distribuita a tutti i medici ospedalieri e del territorio, con l'obiettivo di migliorare l'impiego del medicinale.

L'allopurinolo - si ricorda in una nota dall'Istituto Medea - è considerato il farmaco d'eccellenza per il trattamento degli attacchi ricorrenti di gotta e le linee guida ne raccomandano l'utilizzo anche per la prevenzione della malattia. La molecola agisce riducendo la formazione da parte dell'organismo di acido urico, il cui eccesso è associato alla gotta, divenuta oggi una delle forme di artrite infiammatoria più comuni negli anziani. Gli scienziati hanno valutato l'appropriatezza prescrittiva dell'allopurinolo, "senz'altro un farmaco prezioso, ma anche particolarmente delicato: il 5% dei pazienti trattati deve sospendere la terapia a causa dell'insorgenza di reazione avverse". In particolare, gli autori hanno evidenziato "alcune reazioni cutanee avverse gravi". Nella Rete nazionale di farmacovigilanza, inoltre, l'allopurinolo "è il farmaco più segnalato nei casi di sindrome di Lyell, grave malattia cutanea con un alto tasso di mortalità". (segue)

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