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Farmaci: Phrma, in Usa allo studio 37 nuovi medicinali per Parkinson

27 marzo 2014 | 13.01
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Roma, 27 mar. (Adnkronos Salute) - Le aziende biofarmaceutiche statunitensi stanno sviluppando 37 nuovi farmaci per il Parkinson: 23 per trattare la malattia, 11 per le condizioni connesse e 3 per la diagnostica. Lo rilevano i nuovi dati di settore diffusi dalla Pharmaceutical Research and Manufacturers of America (Phrma), secondo cui tutti i 23 nuovi prodotti mirati alla patologia sono ora in fase di studio clinico o sotto esame da parte della Food and Drug Administration (Fda).

Si stima che circa 10 milioni di persone in tutto il mondo vivano con questo disturbo neurologica cronica e progressiva, tra cui fino a 1,5 milioni negli Stati Uniti. Ogni anno si aggiungono circa 600.000 pazienti, e altre migliaia di casi non vengono diagnosticati. Si prevede che la prevalenza della malattia di Parkinson raddoppierà entro il 2040, ricorda la Phrma. Il nuovo rapporto esamina la gamma di approcci perseguiti per affrontare la malattia. Ad esempio: una terapia genica; un potenziale farmaco 'first-in-class' che mira a un recettore che si trova nel cervello, dove insorgono la degenerazione neurologica e le anormalità associate al Parkinson; un agente di imaging molecolare che utilizza l'emissione di un singolo fotone nella tomografia computerizzata per aiutare nella diagnosi; un potenziale trattamento per la psicosi da Parkinson; nuovi meccanismi di somministrazione dei trattamenti attualmente approvati, tra cui una formulazione intranasale e un gel intestinale.

Il report esamina anche le conseguenze economiche del Parkinson: nei soli Stati Uniti, i costi legati alla malattia arrivano a quota 14,4 miliardi di dollari l'anno, con 8 miliardi in spese mediche e 6,3 in costi indiretti. "Il peso economico della malattia di Parkinson e la necessità di servizi e di supporto - evidenzia il Ceo di Phrma, John Castellani - stanno aumentando in modo esponenziale a causa dell'invecchiamento della popolazione. Occorre più collaborazione in tutto l'ecosistema biomedico per soddisfare al meglio le esigenze delle persone che vivono con il Parkinson e per permetterci di continuare a fare passi avanti contro questa sfida globale di salute pubblica".

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