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Lombardia: Bergamo, incontro sui noduli tiroidei al 'Papa Giovanni XXIII'

20 maggio 2014 | 17.32
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Bergamo, 20 mag. (Adnkronos Salute) - In occasione della Settimana mondiale della tiroide che si celebra dal 19 al 25 maggio, l'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo organizza un incontro ad accesso libero dedicato ai noduli tiroidei. L'appuntamento è fissato per sabato 24 maggio alle 10 nell'Aula 5 dell'Area della formazione. Relatore sarà l'endocrinologo Leone Ferrari che, raccogliendo l'invito dell'Associazione italiana della tiroide, approfondirà temi come la frequenza della patologia, le tecniche di diagnosi, la terapia e le strategie di prevenzione.

"Solo una piccolissima parte dei noduli tiroidei si rivelano dei tumori - spiega Ferrari - La diffusione dell'ecografia come mezzo diagnostico strumentale e la frequente esecuzione di esami per lo studio delle carotidi (eco-color doppler carotideo) ha però aumentato il riscontro occasionale di patologie nodulari della tiroide, soprattutto nel sesso femminile e con l'avanzare dell’età. La grande maggioranza dei noduli non sono delle neoplasie maligne e non determinano alterazioni funzionali della tiroide. E' compito del medico di medicina generale, coadiuvato dallo specialista - precisa l'endocrinologo - valutare le caratteristiche del nodulo acquisendo notizie sulla storia clinica ed eseguendo i più opportuni esami clinici, ematologici e strumentali, compreso l'eventuale agoaspirato".

In Italia le malattie della tiroide sono molto frequenti - ricorda l'ospedale bergamasco in una nota - e si stima che colpiscano il 10% della popolazione. Oltre al gozzo (ingrossamento della tiroide), frequenti sono anche le condizioni di alterata funzionalità: l'ipotiroidismo, cioè la ridotta produzione di ormoni tiroidei, e l'ipertiroidismo, cioè l'eccessiva produzione di ormoni tiroidei. Le cause possono essere diverse: dall'aumentare dell'età alla presenza di malattie croniche preesistenti fino a una reazione autoimmune. Ma spesso all'origine di una malattia alla tiroide c'è una carenza nutrizionale di iodio, costituente fondamentale degli ormoni tiroidei. Lo iodio si trova nel pesce, nei crostacei e nel latte, ma con la comune alimentazione è difficile assumerne una quantità sufficiente. "La soluzione è quella di introdurre più iodio con l'alimentazione utilizzando il sale fortificato con iodio - conclude Ferrari - In particolare durante la gravidanza e l'allattamento, quando il fabbisogno aumenta del 20%, perché gli ormoni tiroidei prodotti dalla mamma concorrono anche al corretto sviluppo del bambino e del suo sistema nervoso".

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