(Adnkronos Salute) - Il decreto Balduzzi, ha aggiunto l'ex ministro, "prevedeva che i pazienti che avevano iniziato il trattamento potessero proseguire sotto la responsabilità del medico curante", con cellule preparate "anche in laboratori non conformi alle Gmp".
Si trattava di "un'esigenza di ordine etico, di non impedire il completamento dei trattamenti ai pazienti che l'avevano iniziato, alcuni dei quali con caratteristiche particolari, come la tenerissima età. C'era sicuramente il problema di dare una risposta di questo genere, se vogliamo di 'attenzione', ma dall'altra parte anche di evitare che si potesse generare un contrasto istituzionale".