Chiudono incerte le piazze finanziarie europee in attesa dell'esito dei vertici di Bruxelles, dedicato al debito greco, e di Minsk, sulla crisi russo-ucraina. Atene lascia sul terreno il 4,02%. Parigi perde lo 0,35%, Lisbona che segna -1,31%, Madrid -1,39%, Francoforte piatta a fine scambi. A Milano il Ftse Mib cede lo 0,77% a 20.565 punti e anche l'All Share perde lo 0,77%. Di Unicredit la peggiore performance. Il titolo lascia sul parterre il 3,46%. Segno meno anche per Saipem, Telecom, Buzzi ed Eni.
Chiudono incerte le piazze finanziarie europee in attesa dell'esito dei vertici di Bruxelles, dedicato al debito greco, e di Minsk, sulla crisi russo-ucraina. Jeroen Dijsselbloem, presidente dell'Eurogruppo ha dichiarato di non aspettarsi risultati per oggi, mentre il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici ha aggiunto che "il posto della Grecia è nella zona euro. Questo è un obiettivo comune". In questo scenario Atene lascia sul terreno il 4,02%.
In ribasso anche le piazze del Vecchio Continente, con Parigi che perde lo 0,35%, Lisbona che segna -1,31%, Madrid -1,39%, Francoforte piatta a fine scambi. A Milano il Ftse Mib cede lo 0,77% a 20.565 punti e anche l'All Share perde lo 0,77%. "Crediamo che gli investitori stiano aspettando l’esito dei due importanti meeting nel Vecchio Continente" commenta Filippo Diodovich di Ig, specificando che "nel meeting di Minsk in Bielorussia i capi di stato di Germania, Francia, Russia e Ucraina cercheranno di trovare un accordo di pace che possa soddisfare entrambe le parti. L'Ue e gli Stati Uniti hanno già preparato ulteriori sanzioni economiche per Mosca in caso di fallimento delle trattative. La Russia si trova ora a decidere se rinunciare alle proprie mire espansionistiche a occidente o allentare le tensioni sull’economia. Il forte crollo dei prezzi del petrolio ha già messo in ginocchio il sistema economico russo con la valuta domestica che si è deprezzata negli ultimi tre mesi del 60% contro il dollaro".
"La stessa banca centrale russa - aggiunge - deve risolvere il proprio trade-off, scegliere la via del rialzo dei tassi d’interesse per contenere la forte inflazione (15%) portare avanti strategie monetarie accomodanti per rilanciare le attività economiche. Ulteriori sanzioni potrebbero dare il colpo di grazia a un’economia in forte difficoltà".
A Bruxelles "riteniamo che le due parti (Grecia/paesi creditori EZ) riusciranno a trovare un compromesso, tenendo conto che entrambe avrebbero molto da perdere in caso di mancato accordo. L’eventuale default e uscita della Grecia dalla Zona Euro avrebbe, infatti, ripercussioni pesantemente negative per i paesi di Eurolandia non solamente a livello economico (rischio contagio, forti vendite sui mercati azionari, turbolenze sulle piazze obbligazionarie) ma anche a livello politico (possibile avvicinamento del paese ellenico a Russia e Cina)".
Lo spread tra Btp e Bund decennali tedeschi cresce a 131,75 punti base con un rendimento dell'1,69%. In calo il comparto oli&gas con Saipem che cede il 2,93% a 5,3 euro, Eni segna -2,14% a 15,09 euro e Tenaris cede lo 0,38%.
Sul settore bancario insistono i bilanci. "Dopo i brillanti conti di Intesa Sanpaolo di ieri in molti si aspettavano un buon risultato anche da parte dell’altra big Unicredit (-3,46%). Invece le cifre del gruppo hanno deluso il mercato" sottolinea l'esperto di Ig. "Crediamo che lo scontento maggiore sia in termini di common equity ratio e ricavi. Il Cet1 ratio è diminuito di quasi 40 bp dal 10,81% di settembre al 10,40%, superiore ai livelli previsti dal piano industriale ma inferiore rispetto ai livelli attesi dagli operatori. Gran parte della discesa è dipesa dalla crisi Ucraina-Russia e alla forte svalutazione del rublo". In controtendenza le utility con Snam (+2,96%), Terna (+2,26%), Enel Green Power (+2,19%), Enel (+0,36%), A2A (+1,19%).
