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Contratti: Pessi, bene proposta sindacati, ma attuare art. 39 Cost.

Il giuslavorista Roberto Pessi
Il giuslavorista Roberto Pessi
11 gennaio 2016 | 15.57
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Quella dei sindacati "può essere una proposta intelligente, interessante", ma ha "senso solo se viene attuato l'articolo 39 della Costituzione, altrimenti un'eventuale legge per far valere per tutti i lavoratori i salari minimi fissati nei contratti nazionali di lavoro verrà bocciata dalla Consulta, come avvenuto ad esempio con la legge Vigorelli 741/1959, perchè i contratti non hanno validità erga omnes: in conclusione, l'articolo 39 va applicato o cambiato, altrimenti la proposta ha poco senso". Così, con Labitalia, il giuslavorista e prorettore alla Didattica della Luiss di Roma, Roberto Pessi, sulla proposta di riforma contrattuale che Cgil, Cisl e Uil stanno per presentare.

Secondo Pessi, "per quanto riguarda la proposta del contratto collettivo nazionale come indicatore del salario minimo dovuto ai lavoratori si può notare come la stessa sia condivisibile". "Resta tuttavia il problema dell'efficacia soggettiva dei contratti collettivi -avverte- che, in ragione della mancata applicazione dei commi dal 2 al 4 dell'articolo 39 della Costituzione, hanno efficacia solo per gli iscritti alle parti stipulanti".

"Quindi -insiste il giuslavorista- o si attua l'articolo 39 della Costituzione o si determina la situazione attuale per cui il tasso di applicazione del contratto collettivo è intorno al 70%, e quindi non si realizza la garanzia del salario minimo per tutti i lavoratori".

"Nella proposta dei sindacati -continua il giuslavorista- c'è anche la certificazione della rappresentanza sindacale. E' una proposta del tutto condivisibile e, d'altro canto, è la condizione necessaria posta dal Costituente l'efficacia 'erga omnes' dei contratti collettivi nazionali. E' chiaro che in assenza di applicazione dell'articolo 39 -aggiunge- si rafforzerebbe l'ipotesi di legge sul salario minimo, secondo modelli di altri paesi europei (laddove il salario minimo sarebbe inferiore a quello previsto dai contratti collettivi, vedi Germania e Francia)".

E "nella proposta sindacale -sottolinea Pessi- si parla anche di un maggiore ricorso alla contrattazione decentrata. E' un'ipotesi interessante e nei fatti già percorsa in questi anni con esiti spesso soddisfacenti per la gestione delle maggiori criticità aziendali". "Ancora i sindacati -rimarca il giuslavorista- propongono il ricorso al cosiddetto 'modello duale' di gestione delle imprese, adottato in Germania, con il consiglio di gestione e quello di sorveglianza (nel quale appunto partecipano i lavoratori)".

"Questa novità potrebbe essere -conclude Pessi- un ulteriore stimolo alla contrattazione aziendale e favorire il ricorso alla partecipazione agli utili e/o all'azionariato popolare".

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