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Farmaceutica: archivi medici 'in ordine', 9 aziende certificate nel 2014 (2)

18 marzo 2014 | 14.28
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(Adnkronos Salute) - Una possibile risposta a questo problema è quella offerta dall'emissione di un certificato sull'integrità del database medici da parte di un ente terzo accreditato che, dotato di specifiche competenze tecniche, è in grado di garantirne la veridicità, consentendo all'agenzia di controllo l'esatta valutazione e percezione dei dati raccolti. Una risposta "alle esigenze di tutti gli interessi coinvolti - ha fatto notare Riccardo Bianconi, Management System Auditor di Accredia - quelli del mercato e quindi anche dei contribuenti, quelli delle società farmaceutiche, delle autorità competenti, dei pazienti che a causa di una determinata malattia possono trovarsi a dover pagare il costo del farmaco e quelli degli stessi informatori scientifici del farmaco".

"Delegare questo compito a chi lo sa fare - ha sottolineato Riccardo Giannetti, presidente Pharmasoft - consente di arrivare realmente all'obiettivo che si vuole raggiungere, cioè la trasparenza e la riduzione della burocrazia. La certificazione non esula dalle ispezioni, certo, ma dimostra che un'azienda sta rispettando le procedure. I quattro milioni di euro di sanzioni comminati dal Garante della privacy lo scorso anno, d'altro canto, erano quasi interamente riconducibili a problemi procedurali di raccolta e gestione dei dati".

La certificazione fa già parte del 'mondo Farmindustria', ha assicurato il direttore Affari legali dell'associazione italiana delle industrie farmaceutiche, Francesco Mazza: "Dal 2004 - ha ricordato - abbiamo adottato linee guida riguardanti l'attività di informazione medico-scientifica e chi non le rispetta esce volontariamente dalla nostra associazione". Il sottosegretario al ministero della Giustizia, Cosimo Maria Ferri, ha infine evidenziato come sia necessario, "come Italia, rivendicare la nostra grande cultura della tutela dei diritti e dell'equilibrio degli interessi. Nel nuovo regolamento europeo" approvato in prima lettura dal Parlamento Ue lo scorso 12 marzo, "ci sono spunti su cui intervenire. E uno di questi è che siano estese le stesse garanzie anche a chi fa impresa al di fuori dell'Ue".

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