Roma, 2 mag. (Adnkronos Salute) - La Camorra potrebbe aver messo le mani anche nei furti dei farmaci anti-cancro, fenomeno recente in crescita, dal giro di affari milionario. E' quanto fa intendere il Wall Street Journal, che se ne occupa in un lungo articolo, con richiamo in prima pagina, intervistando il dirigente dell'Unità prevenzione della contraffazione dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco), Domenico Di Giorgio.
Secondo le indagini, a cui stanno lavorando l'Aifa e i Nas, nei furti potrebbe essere coinvolta la Camorra, oltre a una rete criminale dell'Europa dell'est, di cui fa parte un cittadino russo che vive a Cipro.
I farmaci sottratti negli ospedali o durante il trasporto, sono prodotti molto costosi. Fanno di per sé gola alla criminalità organizzata, che per aumentare ancora di più i profitti li manipola, diluendo o rimuovendo il principio attivo. E' successo di recente in Gran Bretagna, dove - si legge sul Wsj - il principio attivo di un anticancro è stato sostituito con un antibiotico a basso costo. In pratica, vengono reimmessi sul mercato medicinali contraffatti, inefficaci o pericolosi, venduti però come i più cari antitumorali di ultima generazione.