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Farmaci: risk sharing e innovazione reale per sostenibilita' oncologici (2)

19 febbraio 2014 | 14.33
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(Adnkronos Salute) - Ma come riuscire a conciliare accesso alle terapie innovative e sostenibilità economica? Il primo passo è guardare ai vantaggi dimostrati dell'innovazione terapeutica. "Quando un farmaco funziona, va finanziato: ovviamente non basta che sia nuovo, deve essere dimostrato su basi scientifiche che contribuisce alla salute delle persone", afferma Lorenzo Mantovani, docente di farmaco-economia presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Inoltre la ricerca farmaceutica deve essere considerata il vero volano della sostenibilità: "Ogni euro investito in ricerca rende ben più di un euro in termini di Pil - osserva Mantovani - Tra l'altro, il settore della produzione di tecnologie della salute costituisce un fattore di stabilizzazione, in quanto è anti-ciclico: gli investimenti in salute sono gli ultimi che si abbandonano, subito prima di quelli in cibo, perciò risentono meno delle fasi sfavorevoli dei cicli economici".

Occorre dunque rivalutare la spesa produttiva e premiare l'innovazione reale, quella che fa la differenza nella salute delle persone: uno strumento efficace è il modello di determinazione dei prezzi che si fonda sul valore percepito (value-based pricing) e stimato nell'uso dei farmaci, più che sul mero costo del prodotto. Un valore da proiettare nel tempo, perché il ciclo di vita dei farmaci oncologici innovativi ha un'estensione di gran lunga superiore rispetto al ciclo medio di mercato e il vero valore del farmaco emerge dal suo utilizzo nel lungo periodo, e non solo dai risultati dei trials clinici valutati al momento dell'immissione in commercio. Come sottolinea Thompson, "è necessario guardare al costo totale del trattamento di una malattia e non solo a quello legato all'acquisizione del farmaco, per poi compararlo all'incremento di benessere del paziente e, con lui, del suo contesto sociale. Il punto non è solo l'equazione costi-efficacia, ma anche il valore nel tempo: bisogna infatti considerare i benefici di un farmaco in tutto il suo arco di vita, poiché il suo impatto clinico può durare per generazioni".

Altro strumento in grado di accelerare l'innovazione è la ripartizione del rischio tra i sistemi sanitari e le imprese farmaceutiche rispetto a un'eventuale non sufficiente efficacia delle terapie innovative. Secondo questo meccanismo, il pagamento per la fornitura dei farmaci è condizionato ai risultati sottoscritti tra Servizio sanitario e aziende fornitrici: il finanziamento dei farmaci innovativi scatta solo quando il margine d'innovatività e costo-efficacia delle nuove molecole dovesse risultare superiore a quella dei farmaci cosiddetti maturi.

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