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Salute: scelta terapia sclerosi multipla 'divide' neurologi

23 maggio 2014 | 16.20
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Sorrento (Na), 23 mag. (Adnkronos Salute) - Il trattamento personalizzato del paziente colpito da sclerosi multipla non può prescindere dal capire fin dagli esordi che tipo di decorso avrà la malattia. "Questo esame determina la scelta tra le due strade che oggi dividono la comunità scientifica nell'approccio alla terapia contro la sclerosi multipla, ovvero scegliere l'escalation terapy (approccio progressivo) o l'induction terapy (approccio aggressiva fin dai primi cicli). Ad affermarlo all'Adnkronos Salute è Vittorio Martinelli, responsabile dell'Unità di neurologia e centro sclerosi multipla dell'ospedale Ircss S.Raffaele di Milano, tra i relatori del convegno 'Top Seminars Sclerosi multipla' a Sorrento.

"L'escalation terapy vuol dire che proponiamo al paziente i farmaci di prima linea - sottolinea Martinelli - di cui abbiamo molta esperienza, sappiamo che la loro efficacia è discreta ma che non hanno valori altissimi in termini percentuali, e conosciamo gli effetti avversi limitati. Il concetto è che questo approccio presuppone di partire con un farmaco il cui profilo di benefici-rischi è buono e che eventualmente, se non funzionasse, può essere sostituito da un altro più aggressivo. Mentre - osserva - per i pazienti che presentano sin dall'esordio della malattia un numero di lesioni elevato e indici più alti d'infiammazione, stabiliamo un profilo di rischio maggiore".

"Oggi è in discussione nella comunità scientifica la possibilità in questi casi di optare per l'induction terapy - avverte - usando farmaci di seconda linea più aggressivi: immunosopressori più vecchi o quelli di più recente immissione sul mercato. Sicuramente - conclude - efficaci, ma con effetti collaterali più elevati. Sono due approcci diversi, ma presuppongono che lo specialista abbia stabilito quale sarà lo sviluppo della malattia fin dalla prima visita. Un passo fondamentale".

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